mercoledì 17 novembre 2010

correggere le poesie

Stavo riguardando le mie poesie, in particolare quelle d'amore - un argomento insidiosissimo, che non mi dà mai totale soddisfazione. Ne ho rivedute e corrette alcune, eccole alla vostra attenzione. Sbiascicatemi un commento, se potete.


1.
Con te farei qualsiasi cosa, giuro:
pensieri sulla strada, amore bianco,
la buonanotte del cuore remoto
e la memoria di quando son nata.
Sarebbe bello reinventare il tempo
fuori dal giro vuoto, vecchio, stanco
che logora anche te, ti fa smaniare,
e a me rinchiude nel desiderare.
Come un fringuello becchetta i lamponi
lo spirito farebbe primavera,
fin quando, sul calare della sera,
si potrebbe trovare una locanda
dove dormire labbra sulle labbra,
equivalendo un bacio a una domanda.

2.
Tu l'incisione.
Io malandata, acini rossi, verdi,
acidi, asini,
gli asili dell'infanzia bruciata.
L'autunno sgominò l'estate a suon d'acqua -
per chi poteva restare a casa
l'amore era qualcosa di buono,
ma se aveva le rive sgretolate
la sabbia tracollava
l'uva buttava sale.
Tu a tirar fuori i cardini dal mio cuore
a metterci l'olio con la finezza dei tuoi zigomi.
E tutto il mondo a tremare.

3.
Ma quelli le arrivavano da pietre
azzurre, provenienti da pervinche:
prove di sé quando guardava fuori
come pensasse al quadro di un paesaggio.
Ma quelli, alla ragazza, erano gli occhi
che le venivano dai grandi cieli
pericolosamente fulminati.
E tutto diventava meraviglia,
un trampolino per le nostalgie
e i tuffi più profondi e più lontani.
Si rigirava i giorni fra le mani,
i desideri fra le collezioni,
molto le proveniva da pervinche:
i troppi sogni, i baci da sfuggire,
quando al gioco del lotto dell'azzurro
per vincere si andava un po' a morire.

12 commenti:

  1. Belle belle. Mi piace particolarmente il finale della terza, mi fa pensare a una fanciulla avventurosa, instabile e fascinosa.

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  2. Concordo! Il tipino del mio film è proprio così. Sapete, è una poesia vecchia, non mi convinceva, ma è bastato concentrarsi e cambiare posto a qualche parola, ed è molto migliorata. Mi piace parlare di fanciulle, vero che è un bell'argomento?

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  3. "equivalendo un bacio a una domanda". Ecco una chiusa densa di senso, si avverte tutto il bisogno e il rischio dell'AFFIDARSI. Poesie davvero ben costruite. Ciao, marco b.

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  4. Grazie davvero, Marco B. Se - tiro a indovinare fra gli innumerevoli Marco B. che esistono - sei il brianzolo della situazione, sappi che ho appena ricevuto un tuo libro da recensire! :-)

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  5. Scusa, avrei dovuto essere più preciso, b sta per bellini.

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  6. La prima. La prima!
    Spettacolo, commozione, quello che sento senza sapere di sentirlo con le parole che non riesco a avere e che tu invece mi (ci) tiri fuori con la tua, di voce.
    Grazie!
    S.

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  7. Marco Bellini: allora ho indovinato, no?
    Simone... :-*

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  8. Nella prima: la trasparenza del tempo che ci alimenta e ci macina e la luce improvvisa del lampone e di quel "equivalendo" - di primo acchito mi sembrava stonasse, poi ho percepito in quel gerundio la forza di una faglia che riassestandosi distrugge e crea.

    La seconda: il minuetto delle allitterazioni nel debutto e i versi finali, o meglio; s-termina(n)ti: "Tu a tirar fuori i cardini dal mio cuore
    a metterci l'olio con la finezza dei tuoi zigomi.
    E tutto il mondo a tremare"

    La terza: "pervica", e lì mi son fermato! Dalla memoria è riemerso il ricordo dell'ultimo film di Derek Jarman (e di me allora): "Metto una pervinca, Blu, sulla tua tomba"

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  9. Grazie molte molte, Catrafuse, di questa mini-recensione così fine. E' giusto leggere così. E tutto il mondo a tremare...

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  10. ah così non ti conoscevo Anna cara.ma non mi sorprende quella tua voce milanese un po'... come dicevi tu, in questo racconto amoroso.

    (ps: per l'analisi. ci vediamo)

    ada

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  11. Ciao Ada! E certo che ci vediamo per l'analisi. Non psic, però! ;-)

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  12. "si potrebbe trovare una locanda
    dove dormire labbra sulle labbra"
    mi sorprende ritrovare qui un luogo, la locanda, al quale anch'io attribuisco un significato d'amore; è un'idea il cui sottinteso, l'accoglienza, mi ha sempre affascinato. (Vorrei essere dispensiera d'accoglienza, gratutita; per il puro piacere d'accogliere).
    La 1.
    canta da muta, figuriamoci al suono della voce.
    La 2.
    L'uva che butta sale! E poi questi zigomi che tagliano fini, estirpano cardini con la scusa di ripararli.
    "a metterci l'olio con la finezza dei tuoi zigomi" E' un bilico di lame sottili su cui salvarsi o tagliarsi. "E tutto il mondo a tremare" è esattamente l'innamoramento.
    La 3.
    E' quella che mi piace meno, poverina. Ma con la mia tendenza alla compassione verso i derelitti e gli ultimi, mi ci affezionerò più che alle altre, lo so.
    Ciò che mi è piaciuto subito:
    "Ma quelli le arrivavano da pietre
    azzurre"
    "Ma quelli, alla ragazza, erano gli occhi".
    E poi tutta questa azzurrità così potente da sostituirsi a lei, alla ragazza.

    Un bacio, Anna brava.

    Carla M.

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