mercoledì 24 novembre 2010

molto fiera di aver partecipato a uno splendido album

copio da http://delrock.it/album/2010/giancarlo-onorato-sangue-bianco.php#commenti la recensione di Flavio Bricchi a sangue bianco di Giancarlo Onorato (Lilium, 2010).

Come vedrete c'entro un po' anch'io. E' un lavoro che ti avvolge lentamente, da ascoltare e riascoltare possibilmente a letto, o in macchina sotto la pioggia...

Beccatevi per cominciare questa l'illusione di salvezza. E poi andate a comperare il cd. http://www.youtube.com/watch?v=Sxt45v3TuDw

"sangue bianco è il quinto disco solista di Giancarlo Onorato, ex leader degli Underground Life. Da tempo artista a tutto tondo, scrittore, poeta, pittore e musicista in questo nuovo lavoro procede nel suo progetto che mira a fondere in unica esperienza tutti gli aspetti della sua personalità multiforme. I testi infatti, lontani anni luce dalla consunta formula strofa, ritornello, strofa, si permeano di un lirismo cifrato che si scioglie come neve al sole nella musica, raffigurando immagini o meglio visioni del suo particolare universo interiore.
E' un ardito percorso che partendo dai viali della musica d'autore italiana, non resta prigioniero della parola, ma pur esaltandone la forza evocativa come sa fare il poeta ispirato, investe pari energia nella composizione musicale. Ciò si manifesta nei raffinati arrangiamenti e nella scelta di validi musicisti alle prese con violini, violoncelli, armonium, mellotron e ghironde a blandire la schiettezza di chitarre, basso e batteria. All'ascolto di sangue bianco, si resta sospesi in uno spazio senza forma, dove la poesia cantata dipinge luoghi dove sembrano temporaneamente cessare i dualismi degli opposti e nell'arresa alla propria carnalità si giunge a scoprirne l'intima sacralità. I pezzi sono per lo più costruiti sugli accordi di pianoforte, intorno al quale si intarsiano a turno vari strumenti, la voce ispirata di Onorato o cori femminili, che mantenegono un mood generale di pacificata serenità.
L'unico pezzo "fuori dal coro" il ritmato Il carnevale dei morti, adattamento dell'omonima poesia di Anna Lamberti-Bocconi, ricorda con quella voce filtrata un Tom Waits d'annata (Bone Machine) se avesse inciso una canzone nel corso di un Mardi Gras a New Orleans, è comunque uno dei pezzi più riusciti dell'album. Ugualmente belle else lied, l'illusione di salvezza e il tuo venire. Seppur cantato in italiano e lontano dalle formule rock o new-wave ormai lontane degli esordi, questo lavoro resta comunque più vicino ad autori internazionali (un pizzico di Leonard Cohen, una manciata di David Sylvian e uno spruzzo di Robert Wyatt shackerato con la sensibilità di Onorato) che non al nostro cantautorato tradizionale. Qualcuno sa ancora osare, per fortuna."

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