sabato 4 dicembre 2010

Le poesie che mi hanno formato - 2

IL COZZO E LA MORTE

Alle cinque della sera.
Eran le cinque in punto della sera.
Un bambino portò il lenzuolo bianco
alle cinque della sera.
Una sporta di calce già pronta
alle cinque della sera.
Il resto era morte e solo morte
alle cinque della sera.  

Il vento portò via i cotoni
alle cinque della sera.
E l’ossido seminò cristallo e nichel
alle cinque della sera.
Già combatton la colomba e il leopardo
alle cinque della sera.
E una coscia con un corno desolato
alle cinque della sera.
Cominciarono i suoni di bordone
alle cinque della sera.
Le campane d’arsenico e il fumo
alle cinque della sera.
Negli angoli gruppi di silenzio
alle cinque della sera.
Solo il toro ha il cuore in alto!
alle cinque della sera.
Quando venne il sudore di neve
alle cinque della sera,
quando l’arena si coperse di iodio
alle cinque della sera,
la morte pose le uova nella ferita
alle cinque della sera.
Alle cinque della sera.
Alle cinque in punto della sera.

Una bara con ruote è il letto
alle cinque della sera.
Ossa e flauti suonano nelle sue orecchie
alle cinque della sera.
Il toro già mugghiava dalla fronte
alle cinque della sera.
La stanza s’iridava d’agonia
alle cinque della sera.
Da lontano già viene la cancrena
alle cinque della sera.
Tromba di giglio per i verdi inguini
alle cinque della sera.
Le ferite bruciavan come soli
alle cinque della sera.
E la folla rompeva le finestre
alle cinque della sera.
Alle cinque della sera.
Ah, che terribili cinque della sera!
Eran le cinque a tutti gli orologi!
Eran le cinque in ombra della sera!

3 commenti:

  1. 'Quando la musa vede giungere la morte chiude la porta o innalza un plinto o si porta in giro un'urna e scrive un epitaffio con mano di cera, ma subito torna a stracciare il suo lauro con un silenzio che vacilla tra due brezze. Sotto l'arco troncato dell'ode ella unisce con senso funebre i medesimi fiori che dipinsero gli italiani del Quattrocento e chiama l'impavido gallo di Lucrezio affinché spaventi ombre impreviste.
    Quando vede giungere la morte, l'angelo vola in cerchi lenti e tesse con lacrime di ghiaccio e narciso l'elegia...'
    (Garcia Lorca)


    http://images.travelpod.com/users/zento/eandl2006.1149724980.78_angus_dei_-_zurbaran_480.jpg


    http://www.lib-art.com/imgpainting/4/8/11784-laokofn-el-greco.jpg


    http://www.platanoverde.com/platano_blog/wp-content/uploads/2007/11/goya_saturno.jpg

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  2. Ho letto la tua intervista su "Voglio vivere così".Mi sono letteralmente tuffato nell'articolo non appena letto il titolo. Era una frase che mi ripetevo tutte le volte che perdevo di vista il senso della vita. L'ho scritta, più o meno così, anche nella prefazione di un mio libercolo e forse la si intuisce in tutte le poesie che ho scritto fin da ragazzo. Era la ricerca o la percezione di qualcosa di Divino che si manifestava in quel modo ma che non riuscivo a tradurre in vita vissuta, che non riuscivo a trattenere fra le mie mani per dire "eccomi, io sono Questo!". Se il mondo mi crollava addosso, perdavvero o per paura, il solo pensare che dentro di me c'era una Poesia pronta a manifestarsi nei fogli bianchi che ho tanto amato, mi...salvava dal baratro. Ci ho creduto per anni, per tanti, tanti anni. Io non morirò, mi dicevo, in questo tritacarne, tritaanima di pseudo civiltà. Non morirò soffocato dal fango perchè basterà che una Poesia si manifesti in me per spiccare il volo. Non c'è nulla di letterario in tutto questo.Ho stampato dei libretti che mi sono affrettato a nascondere quindi penso più ad una terapia, al bisogno di credere in un sogno per deviare l'attenzione dalla mia umana miseria. Un sogno che non abita più il mio Cuore, lasciandomi solo in balia di eventi che non ho più la forza di dominare, in attesa che la giostra si fermi. Ma è stata una gioia imedesimarmi nella tua "liberazione" e, per quello che può valere, benedico il tuo cammino.
    Guido

    P.S. non ci capisco nulla di questi "profili" che devo selezionare. Ne scelgo uno a caso e speriamo bene...

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  3. Ada, la citazione che hai riportato è meravigliosa.
    Guido: grazie. Sono contenta di averti dato un quarto d'ora di condivisione di un po' della mia vita, e che questo ti abbia emozionato. Accetto con gratitudine la tua benedizione - io sono pellegrina oltre che scrittrice, e conosco bene il valore anche di una sola parola benedicente - e spero prima o poi, magari, di vederti a uno dei miei Laboratori, che sono esperienze dove i cuori ritrovano animazione. Ciao, buonanotte.

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